11 mar 2012

Una casa per l'evoluzione

Il Sainsbury Laboratory Cambridge University (o SLCU) è collocato nel cuore del giardino botanico dell'Università di Cambridge. Si tratta di un nuovo istituto di ricerca fondato dalla Gatsby Foundation, il cui obiettivo è lo studio dei sistemi che regolano la crescita e lo sviluppo delle piante.
Le piante costituiscono l'elemento di base per qualsiasi ecosistema, e inoltre per la nostra sopravvivenza tramite l'agricoltura. La comprensione di come le piante crescono e si sviluppano è quindi fondamentale per la sicurezza della catena alimentare, nonché per altri processi direttamente legati ai vegetali, come la produzione di carburanti, fibre tessili e materiali costruttivi.

La costruzione del complesso architettonico, che in totale si estende per 11 mila metri quadrati, ha avuto inizio nel febbraio del 2008 per concludersi nel dicembre del 2010, sotto la direzione dell'architetto londinese Stanton Williams.
Il progetto è risultato vincitore, per la categoria "Learning", dell'edizione 2011 del celebre World Architecture Festival, che lo ha così descritto:
The design reconciles complex scientific requirements with the need for a piece of architecture that also responds to its landscape setting. It provides a collegial, stimulating environment for innovative research and collaboration.
L'edificio è posizionato all'interno della'area "lavorativa" del giardino, e contiene i laboratori di ricerca per gli interni e le aree riservate ai loro associati di supporto. Inoltre, ospita l'herbarium dell'Università, varie meeting room, un auditorium, spazi sociali, e un'area ausiliaria all'avanguardia, più un caffè aperto al pubblico.

Fonte: www.worldarchitecturefestival.com

Il giardino botanico dell'Università di Cambridge venne concepito nel 1831 dal Professor Henslow, mentore di Charles Darwin, come uno strumento per la ricerca in cui ordinare e catalogare sistematicamente la diversità delle piante esistenti.
Il suo obiettivo era capire scientificamente come questa diversità possa aver luogo. La struttura del laboratorio venne dunque concepita secondo l'idea che la sua architettura dovesse esprimere una relazione intima con il giardino.

La costruzione è radicata, come un'entità unica, nel suo ambiente. Sono due i piani visibili fuori dal terreno, oltre a un livello sotterraneo, in parte allo scopo di assicurare un efficiente controllo ambientale, ma anche per ridurre l'altezza dell'edificio. L'effetto complessivo è fortemente orizzontale: la solidità è implicita nell'uso di bande di calcare e calcestruzzo a vista, che richiamano gli strati geologici nonchè l'idea darwiniana dell'evoluzione nel corso del tempo, così come la stabilità che ci si può attendere da un grande centro di ricerca. Nello stesso tempo, tuttavia, la permeabilità e le connessioni - sia effettive che visive - fra l'edificio e il giardino sono state centrali per il suo concepimento.

Sezione longitudinale del SLCU

Fotografia di Hufton and Crow

L'identità dell'edificio è espressa, esternamente, dal modo in cui è schierata una serie di volumi interconnessi benchè distinti, di diverse altezze, raggruppati attorno ai tre lati di un cortile centrale (il cui quarto lato è bordato di alberi piantati da Henslow nel diciannovesimo secolo). La circolazione interna e le aree comuni sono costruite attorno a questa corte centrale: si aprono infatti su di essa al pian terreno, e su una terrazza sopraelevata allo scopo di offrire delle connessioni fisiche immediate tra il laboratorio e l'ambiente circostante. 

Ulteriori connessioni visive sono create dall'uso attento dei vetri. A piano terra, grandi finestre offrono la visuale del cortile e del giardino al di là, permettendo di leggerre queste aree interne come elementi integrali del paesaggio esterno. Il primo piano fa anch'esso affidamento all'applicazione del vetro: le finestre sono separate da ampie strisce verticali di pietra, che attribuiscono all'altezza una senso di regolare consistenza (il pattern della fenestrazione potrà essere modificato, a seconda delle esigenze future).

L'obiettivo era di creare un edificio altamente sostenibile. Il Sainsbury Laboratory è una costruzione dall'elevata efficienza energetica, progettato per durare a lungo, con una struttura robusta e un'alto livello di adattabilità ai bisogni futuri. Un riscaldamento efficiente, e i sistemi di raffreddamento e ventilaziome, insieme con un alto grado di isolamento, hanno permesso di andare ben oltre gli obiettivi di emissione imposti dalle Building Regulations e da quelli energetici previsti per i laboratori.  
Il protocollo BREEAM (Bre Environmental Assessment Method, ovvero "metodologia di valutazione ambientale del BRE") ha valutato l'edificio come Eccellente.

Via di fuga interna
Fonte: www.archdaily.com

Gli aspetti tecnici della sostenibilità sono attentamente integrati nel progetto complessivo. Particolare attenzione è stata prestata alla massimizzazione della luce solare e alla raccolta dell'acqua piovana a scopi di irrigui. L'energia rinnovabile in loco è fornita da 1'000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici montati sul tetto del laboratorio, che garantiscono il 10% del bisogno energetico complessivo.

Connesso alla concezione del palazzo come integrato all'interno del paesaggio, è il modo in cui le aree interne sono connesse da un percorso continuo, che richiama il thinking path di Darwin: un modo di riconciliare la natura e il pensiero attraverso l'attività di camminare. Qui il "sentiero per pensare" funge da spazio per la riflessione e il dibattito. L'obiettivo è di promuovere gli incontri e l'interazione fra gli scenziati che vi lavorano, e fra loro e l'ambiente circostante. Con finestre vetrate che fronteggiano la corte da un lato, e finestre interne che offrono scorci del laboratorio dall'altro, esso opera come una zona di transizione fra le raffinate aree di lavoro al centro dell'edificio e il giardino botanico.

Il sentiero reinterpreta in un certo modo la tradizione della stoà greca, del chiostro monastico, e della corte del college, tutti intesi come come spazi semi-aperti per la contemplazione e l'interscambio.  
Vengono così connessi passato, presente e futuro.
Il laboratorio cercherà di comprendere la diversità delle piante, che viene celebrata  dalla disposizione dello storico Giardino Botanico, in cui esse sono collocate e che, piacevole da visitare, continuerà a funzionare come uno spazio di lavoro deidicato alla ricerca innovazione. 

Foto di proprietà del John Innes Centre

Il padre dell'evoluzione avrebbe sicuramente apprezzato questo gioiello dell'architettura contemporanea, elevandolo probabilmente a dimora spirituale per la propria teoria.


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