14 set 2012

Le 100 specie a maggior rischio di estinzione

Per la prima volta nella storia, l'IUCN (International Union for Conservation of Nature) e la Zoological Society di Londra hanno diramato la lista delle 100 specie viventi a maggior rischio di estinzione del pianeta. I risultati, per la verità drammatici, sono il frutto del lavoro di oltre 8'000 scienziati della Species Survival Commission.
L'ipotesi avanzata da questi esperti è tutt'altro che meritoria, per gli esseri umani: le specie animali e vegetali su cui la minaccia è maggiore sono proprio quelle che sono meno utili per Homo sapiens.

Bradypus pygmaeus, una delle cento specie a maggior rischio di estinzione

Non a caso, il report, presentato lo scorso 11 settembre in Corea del Sud nel corso del World Conservation Congress, si intitola Priceless or Worthless?. L'assunto di base è che non esistono specie "senza valore" (e di conseguenza, non esistono specie con più valore di altre), poiché sono tutte ugualmente importanti per garantire la biodiversità.

Si leggano le dichiarazioni di uno degli autori del rapporto, Ellen Butcher:
All the species listed are unique and irreplaceable. If they vanish, no amount of money can bring them back. However, if we take immediate action we can give them a fighting chance for survival. But this requires society to support the moral and ethical position that all species have an inherent right to exist.*
Al di là delle preferenze personali, è innegabile che alcuni animali e piante siano più strumentali di altri alla soddisfazione dei quotidiani bisogni umani. Si tratta, però, di una posizione teorica contestabile a priori: il fatto che l'uomo abbia imparato, nel corso della storia, ad addomesticare una piccola parte della fauna e della flora mondiali [si veda il bel libro di Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie], non vuol dire che queste ultime siano nate proprio per questo scopo.
A maggior ragione, si dimostrerebbe assurda una eventuale tesi che collegasse l'importanza di un essere, vivente allo stato brado, alla sua funzionalità per l'uomo. Anche ammettendo che non esista persona che sostenga una tesi del genere (astenersi creazionisti), sarebbe comunque un delitto quello di non far nulla per contrastare la progressiva scomparsa di migliaia di specie viventi, dovuta principalmente alle nostre piccole e grandi azioni.

È questo il motivo per cui ciò che conta di più non sono i nomi scientifici presenti in questa lista, ma piuttosto la nostra volontà (o meno) di riparare i danni che abbiamo arrecato fino ad oggi all'ambiente e ai suoi abitanti.

Ciò detto, dando un'occhiata all'elenco, si nota subito come non lo si possa considerare soddisfacente. Sono infatti assenti alcune specie ridotte ormai a popolazioni terribilmente esigue, meno numerose - credeteci, è davvero possibile - di altre che invece ne fanno parte.
La sensazione è che gli scienziati abbiano puntato, in alcuni casi, sulla visibilità di alcune specie particolarmente simboliche, utilizzandole come grimaldelllo per scardinare il muro d'indifferenza dell'opinione pubblica.
Ci sono così: Diceros sumatrensis (rinoceronte di Sumatra), che conta ormai meno di 250 esemplari adulti, cacciato a causa delle presunte proprietà mediche del suo corno; Cyclura collei (iguana giamaicana), predata da specie introdotte dall'uomo e il cui habitat sta venendo rapidamente distrutto; Lophura edwardsi (fagiano di Edwards), di cui non si conosce il numero di individui ancora vivi.
Non è possibile, tuttavia, biasimare questa scelta: anche nel settore della protezione ambientale, evidentemente, la politica ricopre un ruolo importante.
A differenza di altri settori, però, in questo caso a  scopo di bene. Una volta tanto, si può affermare machiavellicamente che il fine giustifica i mezzi.

La copertina del rapporto Priceless or Worthless?, recentemente divulgato dall'IUCN

Per scoprire tutte le 100 specie segnalate dall'IUCN, è possibile consultare il rapporto online.

* Tutte le specie della lista sono uniche e insostituibili. Se scomparissero, non ci sarebbe quantità di denaro capace di riportali in vita. Tuttavia, se agiamo immediatamente possiamo ancora dargli l'opportunità di sopravvivere. Ma ciò richiede che la società supporti la posizione etica e morale che ogni specie ha il diritto innato di esistere.


Nessun commento :

Posta un commento